La regione di Houston e lo Stato del Texas ospitano una numerosa e qualificata comunita’ di ricercatori, studiosi e professionisti italiani, che prestano la loro opera in grossi centri medici, scientifici e tecnologici nell’area di Houston, come il Texas Medical Center, che e` uno dei maggiori poli ospedalieri mondiali, la Rice University, una delle principali Universita’ degli Stati Uniti per lo studio delle nanotecnologie e la scienza dei materiali, e il “Lyndon B. Johson Space Center” della NASA.
Alcuni dati possono aiutare a meglio inquadrare queste realta’.
La Capitale della medicina
Il Texas Medical Center, che, con una superficie di oltre 400 ettari e` al dodicesimo posto tra i “business districts” degli Stati Uniti, comprende 49 tra ospedali, laboratori e istituti, nei quali lavorano 4000 medici, 17000 scienziati, ricercatori ed altri professionisti ad elevata specializzazione, e dove studiano oltre 71000 studenti, di cui 5600 provenienti dall’estero. Alcuni degli ospedali del Texas Medical Center sono annoverati tra i migliori al mondo, in particolare per l’oncologia e la cardiochirurgia. Con un numero di pazienti dell’ordine di sei milioni all’anno (di cui 18000 dall’estero), il Texas Medical Center ha un introito di 14 miliardi di dollari l’anno, e genera 93500 posti di lavoro diretti e 121500 indiretti. Tra questi dati e’ importante segnalare che 1,2 miliardi l’anno sono investiti nella ricerca. In questo ambito, un ruolo importante viene ricoperto dal programma CPRIT dello Stato del Texas, che mette a disposizione tre miliardi di dollari nell'arco del decennio per la ricerca contro il cancro.
Numerosi e qualificati istituti di ricerca e ospedalieri italiani interagiscono e collaborano con il Texas Medical Center. Tra di essi merita una menzione particolare la Fondazione Telethon, che intrattiene un solido legame di ricerca con il Baylor College of Medicine e che ha recentemente aperto a Houston un laboratorio per lo studio delle malattie genetiche.
St Luke's Medical Tower - Texas Medical Center, Houston
Greater Houston Convention and Visitors Bureau
I medici e ricercatori italiani a Houston ed in Texas godono di una solida reputazione professionale, che ha portato alcuni di loro a dirigere laboratori, centri di ricerca e financo complessi ospedalieri. A questo proposito una menzione particolare deve essere fatta per il Prof. Mauro Ferrari, che negli Stati Uniti e' considerato il padre fondatore della nanomedicina, il quale e' attualmente Presidente e Amministratore Delegato del Methodist Hospital Research Center di Houston.
La Rice University e` un istituto universitario privato fondato nel 1912 il cui campus si estende su circa 140 ettari nella zona centrale della citta`.
Ancorche' di dimensioni ridotte (appena 5,337 studenti, di cui 1,194 provenienti dall'estero, e 650 docenti a tempo pieno), la Rice figura ai primi posti nel novero delle migliori universita' statunitensi, vantando quattro premi Nobel e 11 Rhode Scholars. Tra le aree di maggiore forza dell'Universita' figurano le nanotecnologie, che sono state inventate proprio nei laboratori della Rice da Richard Smalley, premio Nobel per la Chimica del 1996, che annovera tra i suoi principali collaboratori l'italiano Matteo di Pasquale. Oltre alle nanotecnologie, i settori di forza della Rice University sono l'energia, l'ingegneria meccanica ed elettronica e le scienze dei materiali, i cui Dipartimenti sono tra i piu' importanti al mondo (la Rice occupa attualmente il primo posto al mondo nella ricerca sulla Scienza dei Materiali). Il capitale globale della Rice University e` stimato oggi a circa 4.8 miliardi di dollari. Il suo budget per il 2010 e` stato di circa 500 milioni di dollari, di cui il 17% dedicato alla ricerca.
La Rice University ospita inoltre il James A. Baker III Institute for Public Policy, fondato dall'ex Segretario di Stato James Baker e diretto dall'Amb, Edward Djeredjian, che e' tra i piu' prestigiosi Think Tank del Paese.
La “Lovett Hall”, che ospita gli uffici amministrativi, e` stato il primo edificio costruito nell’universita`
La Rice non e' l'unica Universita' di rilievo che gravita su Houston. Altri prestigiosi atenei con sede nella metropoli texana sono la University of Houston (pubblica) e la St. Thomas University (privata). Di particolare rilievo per le scienze biomediche e' il Baylor College of Medicine (privato), che rientra nel novero delle prime 25 scuole mediche degli Stati Uniti.
College Station, che si trova ad un'ora di auto da Houston, e' inoltre la Sede della Texas A & M University (la piu' antica Universita' pubblica del Texas) che rientra nel novero delle prime dieci Universita' pubbliche degli Stati Uniti ed e' la terza in assoluto per spese in ricerca (al netto della spesa per centri di salute) dopo il Massachussets Institute of Technology e l'Universita' di Berkeley in California. I ricercatori di Texas A & M lavorano assieme al Ministero della Difesa degli Stati Uniti nell'area delle malattie infettive e del bioterrorismo, ed auspica, grazie all'auspicata assegnazione di appositi fondi federali, a diventare lo hub di un corridoio bio tecnologico.
La Capitale dello Spazio
Il Lyndon B. Johnson Space Center
e’ uno dei principali centri della National Aeronautics and Space Administration (NASA) e il leader del programma del volo spaziale umano americano, che viene diretto da Houston sin dai suoi albori all’inizio degli anni sessanta. Attualmente il Johnson Center ospita circa 18500 tecnici e ricercatori. Il “NASA Authorization Act”, approvato dal Congresso americano il 29 Settembre 2010, ha rinnovato i finanziamenti all’Agenzia fino al 2013, per un totale di 58 miliardi di dollari, e ha confermato il piano spaziale proposto dal presidente Obama. Il nuovo piano, che amplia le capacita` di esplorazione dell’ormai concluso programma Shuttle, e conferma la centralita` del Centro Johnson e di Houston nel campo della ricerca spaziale avanzata, prevede, fra l’altro, lo sviluppo di un potente sistema di lancio per missioni umane verso asteroidi e, piu` tardi, verso il pianeta Marte, il progetto di una navicella per il trasporto di astronauti in queste missioni di lunga durata, e la possibilita` per le aziende private di effettuare voli commerciali per il trasporto di persone e materiali alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), le cui attivita’ sono prolungate fino al 2020.
Veduta panoramica del Johnson Space Center della NASA nell'area di Clear Lake, a sud di Houston. Accanto, gli astronauti italiani Paolo Nespoli e Roberto Vittori con il tricolore all'interno della Stazione Spaziale Internazionale nella primavera 2011
Le attivita' dell’ISS, che rappresenta uno dei principali programmi di ricerca scientifica al mondo, vedono un ruolo molto importante da parte dell’Italia, presente nel programma sia tramite l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che l’ European Space Agency (ESA), di cui l’Italia e’ il terzo contribuente in termini di finanziamento. La partecipazione italiana ha dato un grosso contribuito alla costruzione e al mantenimento della Stazione con la fornitura alla NASA di circa il 50% dei componenti pressurizzati del complesso orbitale, oltre che di tre moduli pressurizzati per il trasporto logistico di materiali da e per l’ISS, per mezzo dello Shuttle. Questi componenti sono stati prodotti in maggioranza dall’Alenia Spazio (oggi Thales Alenia Space) tra il 1993 e il 2000, a testimonianza del profilo elevato della tecnologia italiana nello spazio. Uno dei tre moduli logistici, denominato “Leonardo”, e’ diventato recentemente un componente permanente dell’ISS, alla quale ha aggiunto circa 100 metri cubi, un volume molto utile per l’immagazzinamento sulla Stazione di materiali ed esperimenti scientifici.
Il modulo italiano "Leonardo", aggiunto permanentemente alla Stazione Spaziale il primo marzo 2011.
Nello Johnson Space Center e` presente in forma permanente del personale italiano specializzato nel campo ingegneristico e scientifico. Questo personale, che appartiene all’Agenzia Spaziale Europea, all’Agenzia Spaziale Italiana, e ad altri enti industriali e scientifici, ha principalmente funzioni di collegamento con la NASA e di supporto all’integrazione dei componenti ed esperimenti italiani nella Stazione Spaziale e alle loro operazioni in orbita. Un altro gruppo di italiani lavora al Centro Johnson, anche in forma temporanea, sulla base di programmi di scambio e collaborazione, dedicati a vari settori di ricerca e sperimentazione nel campo spaziale. Una speciale menzione merita la presenza di astronauti italiani nell’Astronaut Office del Centro. Dopo la conclusione delle missioni di Paolo Nespoli e Roberto Vittori, altri due astronauti appartenenti all’ESA sono attualmente in addestramento per future missioni di lunga durata sulla Stazione Spaziale. Si tratta di Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. La missione di Parmitano e` prevista per il 2013.
La Capitale dell’Energia
Houston non e’ solamente la sede del Texas Medical Center, della Rice University e del Lyndon B. Johnson Center della NASA. Houston, grazie alla sua vicinanza con i campi petroliferi del Texas ed i giacimenti del Golfo del Messico, e’ anche la sede di gran parte delle aziende energetiche mondiali, che rendono questa citta’ la capitale mondiale dell’energia ed un centro imprenditoriale di primissimo ordine.
Il Texas e’ il primo produttore di greggio degli Stati Uniti, e possiede 26 raffinerie in grado di processare complessivamente 4.8 milioni di barile di greggio al giorno (1/4 della capacita’ nazionale). Il Texas produce inoltre piu’ di un quarto dell’intera produzione nazionale di gas naturale, del quale e’ il primo produttore nazionale. La produzione di gas sta conoscendo un rinnovato impulso grazie all’avvio sfruttamento del gas di scisto (shale gas) nelle formazioni rocciose sotterranee. Il potenziale energetico del Texas non e’ limitato alle fonti energetiche fossili, posto che lo Stato e’ ricco di risorse rinnovabili, che gia’ oggi e’ leader nella pruduzione di energia eolica con 2,000 turbine installate e la piu’ grande centrale al mondo (Horse Hollow, con capacita’ di 736 MW) e presto assumera’ un profilo importante nella produzione di energia solare con la prossima costruzione a San Antonio di una centrale in grado di produrre 400 MW, che sara’ la piu’ grande degli Stati Uniti.
La gestione di queste enormi risorse energetiche ha fatto si’ che Houston, che e’ anche sede del primo porto commerciale degli Stati Uniti, presto diventasse un centro di grande importanza per l’industria energetica. La citta’ e' sede di ben 26 aziende elencate nel "Fortune 500" classificandosi al secondo posto negli Stati Uniti dopo New York (dati 2010): Anadarko, Apache, Baker Hughes, Calpine, Cameron International, Centerpoint Energy, ConocoPhillips, Continental Airlines (quest’ultima in corso di fusione con United Airlines), El Paso Corporation, Enbridge Energy Partners, Enterprise GP Holdings, EOG Resources, FMC Technologies, Frontier Oil, Group 1 Automotive, Halliburton, Kinder Morgan, KBR, Marathon Oil, National Oilwell Varco, Plains All American Pipeline, Smith International, Spectra Energy, Sisco e Waste management. Tra di esse figurano diversi colossi energetici, ai quali bisogna aggiungere gli altri protagonisti mondiali dell’energia quali ENI, BP, Total, GDF/Suez o la norvegese Statoil che hanno a Houston il centro delle loro attivita’ in Nordamerica.
La presenza di queste grosse aziende ha comportato l’insediamento a Houston di numerose aziende, manifatturiere e non, per la fornitura di beni e servizi al settore energetico. Numerose sono le aziende italiane che hanno creato o stanno creando stabilimenti produttivi a Houston ed in Texas (Drillmec, Forgital, Motti & Ghisolfi etc.), cosi’ come sono numerosi i ricercatori ed i tecnici italiani che lavorano per le aziende energetiche di Houston.
Torre di trivellazione per l'estrazione del gas in terraferma
La composizione della comunita' italiana residente nei quattro Stati che formano la giurisdizione del Consolato Generale di Houston riflette la forte vocazione scientifica di questa regione. A fronte di 6350 iscritti all'AIRE, i laureati sono infatti ben 1864, pari al 29% degli iscritti, di cui 668 al di sotto dei quarant'anni (36% del totale dei laureati). Nel numero complessivo dei laureati se ne possono estrapolare 443 (24%) che sono occupati in qualita' di docenti universitari, docenti, studenti post laurea ed addetti alla sanita', che sonomaggiormente assimilabili alla figura del ricercatore. E' importante segnalare che ben 157 di questi (8%) hanno meno di 40 anni. Quanto alla composizione per sesso, gli uomini costituiscono il 59% dei laureati mentre le donne sono il 41%.
La composizione per provenienza geografica di origine dei connazionali laureati rivela una netta prevalenza del Centro-Nord con Lombardia (235, di cui 86 con meno di 40 anni), Lazio (161, di cui 42 con meno di 40 anni), Veneto (108, di cui 42 con meno di quarant'anni), Toscana (92, di cui 26 con meno di 40 anni) ed Emilia Romagna (87, di cui 33 con meno di 40 anni). La prima regione meridionale di provenienza e' la Campania, con 74 laureati (26 dei quali sotto i 40 anni).
I risultati che emergono da questi dati riflettono l'immagine di una collettivita' italiana di elevato livello accademico e professionale, che contribuisce attivamente ai settori di punta dell’economia e della ricerca statunitense e costituisce un motivo di orgoglio per il nostro Paese ed un prezioso strumento per creare legami tra il nostro Paese e le realta' sopramenzionate.
Panorama del Downtown di Houston - Greater Houston Convention and Visitors Bureau
(foto: Jim Olive)